Quando si parla della Collezione della Fondazione “Luigi Tronci” non si può trascurare un importante settore della produzione della famiglia Tronci, quello degli organi suonati nelle chiese. A causa di vicissitudine storiche nel corso degli anni alcuni sono andati distrutti, ma una gran parte è ancora custodita all’interno delle chiese di tutto il mondo. Dunque la produzione organara non è presente materialmente nella collezione, ma ne entra di diritto a far parte per il valore storico che riveste.
La storia pistoiese dell’organo può essere suddivisa in quattro fasi che vanno complessivamente dalla fine del Cinquecento a quando venne inaugurato in città l’ultimo Agati-Tronci e cioè il 12 dicembre 1912, in piena decadenza di questa produzione.
I fratelli Anton Maria e Filippo Tronci iniziarono la loro attività come costruttori di organi dalla metà del Settecento. Insieme alla famiglia degli Agati iniziarono a costruire gli organi per le chiese pistoiesi.
Piano piano si espandono anche nella zona di Firenze e poi di tutta la Toscana e si conquistano il titolo di “Professori d’organi”.
Quello che contraddistinse la scuola organara pistoiese fu la continuità delle attività per un lungo periodo, la ricchezza nella produzione e la capacità di rinnovare gli strumenti ampliandone la dotazione di registri e di effetti. Emerge inoltre come peculiare la capacità di mantenere costante l’eccellente qualità della manifattura di generazione in generazione e di passare successivamente a una produzione totalmente diversa come quella degli strumenti a percussione.